Se ti stai chiedendo che cos’è la Root Beer, ti rispondo subito: una birra che non sa di birra.
È proprio il nome infatti ad ingannarci. Si traduce letteralmente in “birra di radice” e non è altro che una bevanda molto dolce e gassata, senza caffeina, preparata principalmente con l’aroma della radice o della corteccia di sassofrasso (una pianta molto diffusa nell’America Settentrionale). Esiste sia nella versione fermentata, e quindi alcolica, sia nella versione soft drink totalmente analcolica.
Com’è nata?
La Root Beer ha iniziato a prendere forma già in tempi precoloniali, dove le varie tribù indigene utilizzavano proprio le radici del sassofrasso per creare bevande e rimedi medicinali. A porre però una particolare attenzione su questa bevanda fu il farmacista Charles Elmer Hires, il quale, durante la sua luna di miele nel New Jersey nella seconda metà dell’800, scoprì la ricetta di una deliziosa tisana proprio con questo sapore.
Successivamente iniziò a vendere una versione secca di questa miscela di sapori, ma doveva essere mescolata con acqua, zucchero e lievito e lasciata fermentare affinché il processo di carbonatazione avesse luogo. Insomma, un lavoro molto faticoso che un amico di Charles però pensò bene di semplificare.
Su suggerimento del suo amico Russell Conwell (fondatore della Temple University), Hires iniziò a lavorare su una formulazione liquida che potesse essere più attraente e commerciale. Ciò che ne è venuta fuori è stata una combinazione di oltre 25 erbe, bacche e radici che Hires utilizzava per aromatizzare l’acqua gassata.
Su sollecitazione di Conwell, poi, Hires presentò al pubblico la sua versione di Root Beer alla mostra del Centenario di Filadelfia del 1876 riscuotendo un enorme successo. Fu poi soltanto nel 1893 che la famiglia Hires vendette e distribuì per la prima volta la Root Beer in bottiglia.
Mentre Charles Hires e la sua famiglia hanno contribuito notevolmente alla popolarità della moderna Root Beer, come abbiamo detto precedentemente le sue origini risalgono a molti più anni indietro. La Root Beer dell’era moderna, e quindi come la conosciamo oggi, discende dalle “piccole birre“, una raccolta di bevande (alcune alcoliche, altre no) inventate dai coloni americani utilizzando semplicemente ciò che avevano a portata di mano. Le birre variavano in base alla regione ed erano aromatizzate da erbe, cortecce e radici coltivate localmente. Tra le birre tradizionali troviamo anche birra di betulla, salsapariglia, birra allo zenzero e birra alla radice.
Le ricette di Root Beer dell’epoca contenevano diverse combinazioni di ingredienti come corteccia di betulla, coriandolo, ginepro, zenzero, wintergreen, luppolo, radice di bardana, radice di tarassaco, legno di spezie, corteccia di ciliegio selvatico bacino, radice di sassofrasso, baccelli di vaniglia, luppolo, erba canina, melassa e liquirizia. Molti di questi ingredienti sono ancora oggi utilizzati nella Root Beer, insieme alla carbonatazione.
C’è da dire inoltre che non esiste un’unica ricetta per la Root Beer, ma attualmente i vari marchi che la commercializzano cercano di combinare al meglio tutti questi sapori che l’hanno caratterizzata praticamente da sempre.
La Root Beer è cancerogena?
Nel 1960, la Food and Drug Administration statunitense ha vietato l’uso del sassofrasso come potenziale cancerogeno (uno dei principali ingredienti aromatizzanti nella Root Beer). Tuttavia, è stato stabilito che l’elemento potenzialmente pericoloso della pianta si trovava solo nell’olio, per cui una volta trovato un metodo per estrarre l’olio nocivo dal sassofrasso, il sassofrasso poteva continuare ad essere utilizzato senza alcuna ripercussione sulla salute.
I migliori marchi produttori di Root Beer
Se l’imitazione è la forma più sincera di adulazione, allora Charles Hires avrebbe molto di cui sentirsi lusingato. Il successo della sua bevanda, infatti, ispirò non poco la concorrenza.
Nel corso degli anni sono nati diversi produttori di Root Beer che hanno cercato, man mano, di farsi spazio nel mondo dei soft drink.
Quali sono quindi attualmente i marchi di Root Beer più importanti e conosciuti al mondo?
Primo tra tutti, sicuramente A & W: nel 1919, Roy Allen acquistò una ricetta per la birra alla radice e iniziò a commercializzare la sua bevanda a Lodi, in California. Dopo soltanto un anno strinse poi un accordo con Frank Wright per formare A&W Root Beer, la quale attualmente ritiene il primato di Root Beer più venduta al mondo.
Un altro marchio molto importante è Barq’s. La sua Root Beer debuttò nel 1898 da una creazione di Edward Barq, che insieme a suo fratello Gaston erano i presidi della Barq’s Brothers Bottling Company fondata nel quartiere francese di New Orleans nel 1890. Il marchio è ancora di proprietà dei Barqs, ma attualmente è prodotto e distribuito dalla Coca-Cola Company.
Un’altra ricetta molto particolare è quella di Dad’s Root Beer, creata da Ely Klapman e Barney Berns nel seminterrato della casa di Klapman nella zona di Chicago alla fine degli anni ’30. Tra le peculiarità di questo marchio sappiamo che è stato il primo ad utilizzare il formato pack a sei confezioni inventato dall’Atlanta Paper Company negli anni ’40.
Particolarmente nota è anche Mug Root Beer, originariamente commercializzata come “Belfast Root Beer” durante gli anni ’40 dalla Belfast Beverage Company. Il nome del prodotto è stato poi successivamente cambiato in Mug Old Fashioned Root Beer, che è stato poi abbreviato in Mug Root Beer. Attualmente prodotta e distribuita da PepsiCo, la mascotte del marchio di Mug è un bulldog chiamato, guarda caso, “Dog”.